E’ considerato il
più bell’illustrato di Umberto Brunelleschi, ed alcune delle sue illustrazioni
sono un simbolo dell’art deco italiana.
Phili ou par-delà le bien et le mal,
di Abel Hermant, andò in stampa nel Febbraio 1921 con 275 esemplari (questo è
il n.30).
“La vicenda di
Phili é ambientata nei grandi alberghi d’Europa, al ritmo del tango e del
fox-trot, e coinvolge principi in esilio, torbide seduttrici e nuovi ricchi in
cerca di lustro. Brunelleschi appare sensibile nelle sue tavole alle tendenze
manifestatesi nel dopoguerra, sacrificando anch’egli al mito dell’automobile o
al gusto per gli arredi geometrizzanti; ma non rinnega la fluida continuità del
suo linearismo, limitandosi a renderlo più essenziale: con risultati assai
felici, ad esempio, nella scena del viaggio in macchina, dove tutto concorre,
assieme ai lavori accesi, a dare in senso e quasi l’ebbrezza della rapida
corsa. L’ultimo atto della storia si recita a Venezia; una Venezia che rispetta
il suo ruolo di morbosa ammaliatrice, confondendo finzione e realtà nel fascino
ambiguo di un ballo persiano; non mancano dunque le acconciature di sapore
orientale, talvolta elegantissime nella sofisticata stilizzazione Deco.” (Giuliano Ercoli, Art Deco - il Pochoir, Giunti)
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