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martedì 10 marzo 2015

Aubrey Beardsley's illustrations to Salomé - Publisher Lane (1906) - con ex libris di appartenenza di Ugo Ojetti




Original sketch for the cover of Salome

Title page

The Woman in the Moon

The Stomach Dance

Enter Herodias

The Eyes of Herod

Salome with her mother

The Platonic lament

The toilet of Salome I

Salome on Settle

The Peacock Skirt

The Black Cape

The Climax (J'ai baisé ta bouche..)

The toilet of Salome II

The Dancer's reward

The Burial of Salome

List of pictures




L’interpretazione visiva, del ventunenne Aubrey Beardsley,  della  femme fatale di Oscar Wilde fu pubblicata al debutto della rivista londinese “The Studio”, nell’ aprile del 1893. Sulla rivista, che contiene altri otto suoi disegni, il titolo della illustrazione di Salomé è l'eco delle sue ultime parole prima di morire – “J'ai Baisé ta Bouche, Iokanaan “ (in francese)
.
Oscar Wilde ne viene folgorato, sente di aver trovato l’anima gemella e consegna a Beardsley una copia del suo libro con la dedica "Ad Aubrey: al solo artista che, oltre me, sappia cosa sia la danza dei sette veli , che possa vedere quella danza invisibile. " E’ da questa affinità elettiva che nasce la collaborazione, e Wilde commissiona a  Beardsley l’illustrazione dell’edizione inglese del volume.

Quando, nel Febbraio 1894, gli editori inglesi Lane e Mathews pubblicano il libro il pubblico è sconvolto. Lo stesso Wilde ne fu sorpreso, posando gli occhi sui disegni completi di Beardsley, perché trovò il loro stile inadeguato. Le dimensioni assunte dalla polemica pubblica sulle illustrazioni fecero inoltre preoccupare lo scrittore che il proprio lavoro potesse essere percepito.. “come una illustrazione delle illustrazioni di Aubrey”. Peraltro, sin dalla pubblicazione, molti contestarono la corrispondenza fra le illustrazioni e il testo.

In realtà l’originalità della Salomè di Wilde fu sottolineata e amplificata dalle illustrazioni di Beardsley. La protagonista dei disegni è una "donna potente, freddamente consapevole e con il pieno  controllo della propria sessualità" (Bielski ), che fra l’altro non si dona mai completamente ad un uomo, anzi avoca a sé  un potere tradizionalmente riservato al sesso maschile.

E’ vero che il secolo vittoriano, il secolo della rispettabilità e del rispetto delle convenzioni esteriori, non prevedeva che l’esistenza di questo tipo di donna fosse rivelata. Basti pensare al rigoroso regime censorio, che prevedeva che i soggetti artistici potessero mostrare le nudità femminili solo quando ritraevano una fata. Tuttavia la società patriarcale  vittoriana  registrava forti spinte verso una ridefinizione del ruolo della donna nella società, e le prime conquiste del femminismo organizzato minacciavano la tradizionale sovranità maschile.


E’ probabilmente a questo clima da attribuire la nascita e l’immediato successo del mito della femme fatale.


Aubrey Beardsley’s illustrations to Salomè. – Londra, 1906. 16 Tavv. + frontespizio in b/n f.t. in zincotipia di Aubrey Beardsley. 28 x 35.5; cartella editoriale con titoli e fregio in oro al piatto  e angoli in carta pergamena priva dei laccetti, con bell’ Ex Libris di appartenenza applicato all’interno.

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